Il vino e l’uomo mi fanno pensare a due lottatori tra loro amici, che si combattono senza tregua, e continuamente rifanno la pace. Il vinto abbraccia sempre il vincitore.
Così scriveva Baudelaire, e ad assistere ai primi momenti della vendemmia pare davvero di essere di fronte a una lotta, un’antichissima lotta che ha in sé qualcosa di sacro.
Alla cantina di Torre a Cenaia dai vigneti arrivano i primi carichi di uva. Dal lungo viale di cipressi i trattori appaiono coi loro rimorchi carichi di chicchi lucenti, già selezionati dalle macchine scuotitrici, e si apprestano alla pesa. Poi, in un attimo, sono già alla pigia-diraspatrice dove tutto ha inizio.
C’è fermento intorno. I primi attimi della vendemmia, seppure non più ammantati dal fascino delle cose manuali e antiche, conservano sempre un’aura speciale. E’ l’attimo in cui si tirano le fila dell’intera stagione vegetativa: facilitato dalle nuove tecnologie, tutto deve essere compiuto nel giusto attimo, senza perdere tempo, pena una qualità inferiore del prodotto finale.
In questo, l’introduzione della raccolta meccanica ha reso possibile un’ottimizzazione prima inimmaginabile: adesso è infatti possibile intervenire sui vigneti tempestivamente, nel momento ideale di raccolta, e, soprattutto, differenziare gli interventi a seconda del vitigno e del grado di maturazione degli acini. Inoltre, la meccanizzazione permette di ridurre al minimo i tempi, di passare più velocemente dalla vigna alla cantina e, quindi, di ridurre un’eventuale perdita di qualità causata da un attesa troppo lunga tra la raccolta e la pigiatura, momento in cui potrebbe iniziare la fermentazione, soprattutto alle alte temperature di questi meriggi.
La “lotta” tra il vino e l’uomo, che già comincia in vigna dove la forbice o la macchina recidono il frutto dalla pianta, si fa cruenta all’arrivo degli acini nella tramoggia della diraspatrice. Spinti in essa dal lungo albero meccanico a vite che li trascina fuori dal cassone del trattore, i chicchi vengono separati dai residui legnosi della pianta e dalle impurità della campagna, e infine spremuti. Il profumo dolciastro che esala segna la prima vittoria dell’uomo, e il fluido denso e vischioso si incammina sulla strada che lo porterà a farsi vino, diretto al grande contenitore in cui si trasformerà in mosto.
E’ solo il primo round tra i frutti di Bacco e la sapienza dell’uomo. Sappiamo come andrà a finire, ma non per questo ogni prossima fase di questa avventurosa “lotta” avrà un esito scontato, tutt’altro. Il clima della stagione appena conclusa ha preparato il campo per una grande vittoria, si vocifera che questa sarà un’annata memorabile e ad assistere ai primi attimi di vendemmia c’è da essere ottimisti. Sono però previsioni sussurrate, bisbigli che per scaramanzia si mantengono sottovoce, come formule magiche da iniziati.
Ma il lavoro è appena cominciato, la vera magia ha inizio adesso.
Vi racconteremo ancora.