Il Comitato Qualità degli Stati membri dell’Unione Europea ha dato il via libera al riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta a quello che potrebbe essere considerato il più tipico prodotto regionale, il Pane Toscano. Manca ancora il sigillo formale della Commissione e la pubblicazione ufficiale sulla Gazzetta UE, ma il dado è ormai tratto, è solo questione di pochi giorni.
“E’ un risultato importantissimo, frutto di uno sforzo collettivo,” sottolinea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, “per il cui raggiungimento ringrazio, oltre a tutti i tecnici della Regione, il direttore generale Diego Canga Fano e il Commissario Phil Hogan.”
Non si tratta soltanto di un illustre riconoscimento per la nostra terra, bensì di un primato tutto toscano: è infatti la prima DOP in Europa di un prodotto della panetteria a carattere locale.
“Il Consorzio di Promozione e Tutela del Pane Toscano,” aggiunge Rossi, “non ha mai smesso di lavorare per raggiungere questo traguardo e la Regione Toscana ha da subito sostenuto lo sforzo dei produttori in tutti i passaggi di valutazione, in particolare in sede dell’Unione Europea. Il Pane Toscano è infatti tanto famoso quanto particolare: farina di grano tenero, acqua, lievito madre e rigorosamente senza sale.”
Ed è proprio così che viene preparato a Torre a Cenaia, cotto nel forno a legna del Birrificio Agricolo Artigianale J63. La filosofia aziendale della grande Tenuta pisana, inoltre, esalta ancor più il concetto che sta alla base del prestigioso riconoscimento europeo ovvero la specificità locale del prodotto e la filiera corta che gli dà vita. A Torre a Cenaia selezioniamo infatti soltanto farine locali attraverso il Consorzio Pieve di Santa Luce, e utilizziamo lievito madre ereditato da un panificatore del territorio e rinnovato di giorno in giorno dal nostro panettiere e pizzaiolo Stefano. Le lievitazione naturale, rispettosa dei tempi della tradizione, non solo conferisce gusto e salubrità al prodotto, ma permette di conservarlo a lungo in modo del tutto naturale.
Gli effetti del riconoscimento europeo di questa eccellenza del nostro territorio non dovrebbero tardare: l’auspicio è che la nuova DOP possa rilanciare l’intera filiera della panificazione toscana, dall’agricoltore al panettiere.
“I prodotti a denominazione di origine,” conclude il presidente Rossi, “esaltano la specificità dei luoghi, la salvaguardia delle produzioni locali, il riconoscimento alla conoscenza sviluppata dalle popolazioni locali. L’obiettivo del Pane Toscano DOP sarà quello di coprire in prima istanza il consumo di pane tipo toscano nella nostra regione che si aggira intorno agli 800.000 quintali annui, per poi incrementare le richieste di esportazione, in particolare nelle regioni del centro nord, che superino il milione di quintali, facendo salire la necessità di oltre un milione di quintali di grano tenero toscano”.
Non dimentichiamoci infatti che, dal punto di vista economico, questo titolo vale oro. Il grano con cui potrà essere prodotto il Pane Toscano verrà pagato con un minimo di 250 euro a tonnellata, a fronte dei 160 fissati dalla Borsa Merci di Bologna per il grano tenero. Panificando tutto il frumento tenero prodotto oggi in Toscana si otterrebbero circa 700.000 quintali di pane, cioè il cento per cento del Pane Toscano attualmente commercializzato; prevedendo una domanda in crescita a partire dai primi mesi successivi al riconoscimento, si pensa che gli agricoltori toscani si organizzeranno per produrre grano tenero per circa 75.000 tonnellate, determinando un incremento di 3.000 posti di lavoro.
In bocca al lupo quindi a tutti gli attori della filiera toscana! Tutti insieme diamo il benvenuto a una nuova eccellenza del nostro territorio, forse la più intima e caratteristica, quella che più rappresenta l’anima del nostro passato contadino, ovvero il cuore di ciò che siamo oggi.
Lunga vita al Pane Toscano DOP!