Giunto alla Sedicesima edizione, con quarantaquattro etichette in lizza, il Premio “I Pisani Più Schietti” si conferma anche quest’anno il più importante appuntamento dell’enologia pisana, la cui eco spazia ben oltre il territorio provinciale e regionale.
Organizzato dalla Delegazione Storica di Pisa della FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), il Premio prevede una speciale giuria composta da rappresentanti della FISAR e da enologi e docenti presieduta da David Mustaro, preposti ad analizzare la tipologia del vino negli elementi valutativi visivo (limpidezza e colore), olfattivo (intensità e persistenza) e gustativo (struttura ed equilibrio). I membri si esprimono su apposite schede vidimate e votano per ogni tipologia di vino degustando al buio, ovvero con il prodotto reso rigorosamente anonimo dai sommelier incaricati al servizio. Soltanto a valutazione avvenuta, viene svelata l’identità dei vini in esame e si redige la graduatoria delle varie categorie.
Anche in questa edizione, nella sede dell’Associazione Culturale Grazia Deledda, i vini più buoni della provincia di Pisa provenienti da 20 aziende sono stati suddivisi nelle categorie che incarnano le varie anime del panorama enologico pisano: Bianco delle Colline Pisane, Chianti Colline Pisane DOCG, Montescudaio Rosso DOC, Terre di Pisa DOC, Rossi IGP non affinati, Rossi IGP affinati, Vinsanto DOC e DOCG.
La premiazione, avvenuta venerdì 25 novembre 2016 nella cena di gala che si è tenuta, come di consueto, a Villa Poschi a Molina di Quosa, ha confermato l’importanza di storici produttori del territorio, con qualche sorpresa.
Nei rossi, “I Sodi del Paretaio” di Badia di Morrona (Terricciola) ha vinto la categoria Chianti Colline Pisane DOCG; per gli IGP affinati “Campo dei Pari” di Pakravan-Papi (Riparbella) e, per i non affinati, “Il Grullaio” di Usiglian del Vescovo (Palaia). Il miglior vinsanto è risultato il “Baciamano” di Degli Azzoni Avogadro (Pontedera, La Rotta) e, nella categoria Bianco delle Colline Pisane, Torre a Cenaia ha riscosso una vittoria inattesa, seppure preannunciata da un’ottima annata e da un favorevole riscontro di pubblico che ha consacrato il vino in questione, già dai primi mesi dopo l’uscita dalla cantina, tra i migliori bianchi di sempre della Tenuta: il Pitti Chardonnay 2015.
Seguito in ogni fase della sua lavorazione dall’ineguagliabile maestria dell’enologa Graziana Grassini, come tutti i vini di Torre a Cenaia, lo chardonnay in purezza della Tenuta rende onore alla lunga tradizione di bianchi premiati del territorio cenaiese. Prima di lui, nel palmarès all’ombra della Torre si annoverano l’ormai celebre Cenaja Vermentino vendemmia tardiva, che riposa parzialmente in legno per quasi dodici mesi prima di essere degustato, e il supertuscan Torre del Vajo, blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah.
Il Pitti Chardonnay è un restyling del precedente Pitti Bianco, in origine composto da un blend di Chardonnay e Sauvignon Blanc. La decisione di vinificare in purezza il vitigno, per far sì che si esprimesse al meglio in un territorio vocato quale quello della Tenuta, si è rivelata fin da subito vincente: nel giro di soli due anni dalla prima uscita della nuova etichetta, eccolo a offrire una piccola grande soddisfazione alla nostra cantina.
Elegante e raffinato, impreziosito da una leggerissimo perlage tipicamente pétillant, si contraddistingue per il colore giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli. Il profumo è fragrante con sentori di frutta gialla e floreali; il sapore è fresco, sapido, gradevolmente vivace in bocca. Per questo, il Pitti Chardonnay è ideale sia come aperitivo, sia per accompagnare piatti a base di pesce, di carni bianche o di verdure.
La storica Tenuta dei Pitti si conferma una volta in più terroir di eccellenza, particolarmente vocato ai bianchi. La novità di questo riconoscimento sta negli ottimi risultati raggiunti con un vitigno non autoctono, lo chardonnay, quando il territorio di Cenaja è conosciuto da sempre per la bontà del vermentino. Il Premio I Pisani Più Schietti 2016 ci rende così un poco più orgogliosi del nostro lavoro e dell’anima che la nostra terra ci dona ogni giorno, consapevoli della responsabilità che deriva dal dover-poter tramandare, di annata in annata, la storia e la cultura enologica di questo straordinario angolo pisano di Toscana.
Grazie alla Delegazione Storica di Pisa FISAR per il prezioso riconoscimento, e a Graziana Grassini e a tutto il nostro Staff di cantina per lo splendido risultato!